0.1
0.2
0.3
0.4 agresta (Liber de coquina (A), 1308-1314; Napoli); agresta (Libro de la cocina, Sec. XIV secondo terzo; Toscana sud-orientale)
0.5
0.6 agresta (post 1390, Frater Jacobus Philippus de Padua, El libro Agregà de Serapiom [ed. Venezia-Roma, 1962-1966]: "La vertù del sugo de questa agresta, coto cu(m) el miele o cum el vino dolce, è convenie(n)te a li nervi che è in li ladi de la gola e del palla[d]o e de la ulula", TLIO nel significato di 'uva acerba dalla quale si ottiene un succo usato per condire cibi o per preparare medicinali'; TB; GDLI, con rinvio a agresto; SC; GRADIT; Zingarelli 2023, con rimando a agresto; DEI: "a Verona, XIV sec., col valore di 'aceto'"); pad.a. agresta, reat.a. gresta, nap.a. agresta, venez. agresta, grèsta, istr. (capodistr.) agresta, umbro resta, macer. agrèsta, roman. agrèsta, abr. rièstə, nap. agresta, apulo-bar. agrèste, cal. agresta, sic. agresta, aresta (cfr. LEI nel significato di 'uva immatura; tipo d'uva che non giunge a maturazione'); ven.a. agresta, venez.a. agresta, gresta, tarant.a. agresta, cal.a. agresta, sic.a. agresta (cfr. LEI nel significato di 'vinello acido ricavato dall'uva tardiva ed usato come condimento').
0.7 Dal lat. ĂGRESTEM 'agreste', con cambio di classe (LEI).
0.8 La voce agresta, di diffusione panitaliana, è attestata nel nostro corpus dal Trecento all’Ottocento. Agresta e agresto sono usate al m. e al f. per indicare sia l’uva acerba, sia il prodotto della sua spremitura, ma con diversa distribuzione geolinguistica: il femminile agresta sembrerebbe meno attestato in Toscana (in partic. a Firenze) rispetto al maschile, e meglio attestato al di fuori della Toscana. La glossa presente nella Singolar dottrina del fiorentino Domenico Romoli ("con agresta over uva") sembrerebbe validare l'ipotesi che sia voce non comune a Firenze. Adoperata spesso in alternativa all'aceto, al succo d'arancia, cedrangolo o limone, le attestazioni ne mostrano l’uso diffuso come acidificante anche all’interno del sintagma lessicalizzato "x all’agresta", che compare a partire dal Cuoco piemontese (1766); non è da escludere, tuttavia, che il sintagma possa avere una genesi indipendente dal gastronimo. Sul piano morfologico-derivazionale, la voce configura probabilmente un caso di conversione da agg. a sost. avvenuta in seguito all’ellissi di un elemento nominale in sintagmi del tipo "sost. + agresto/a" (uva agresta e sim.), ellissi già documentata in latino: cfr. lat. agresta 'uva verde' (Bruno 1958: 206). Secondo il DELI la voce deriverebbe dall'it. agro con influsso paretimologico di agreste; più economico pensare, viceversa, a una derivazione diretta dal lat. agrestis riaccostato per etimologia popolare ad agro, da cui dipenderà, in ultima analisi, il metaplasmo di declinazione (LEI).
0.9 Categorie
0.10.1 agresta (agg.f.) , agresta_2 (s.f.) , agrestata (s.f.) , agresto (s.m.) ,
0.10.2
0.11 LEI; DEI; DELIN; TLIO; Crusca V; TB; GDLI; CA 1; CA 2; SC; GRADIT; Zingarelli 2023; Boström 1985: 34; Crimi 2012: 106; Elsheikh 2016: 78; Frosini 1993: 164; Lubello 1997: 334; Möhren 2016: 202; Pregnolato 2019: 183; Rapisarda 2007: 302; Sella 1944: 9.
Autore della scheda: Francesca Cupelloni
Pubblicata il: 31/05/2024
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/292