0.1
0.2
0.3
0.4 budino (Scappi, Opera, 1570; Roma).
0.5
0.6 budino (1920, A. Panzini, Io cerco moglie, GDLI).
bodin (ante 1788, piem., I. Isler, Poesie piemontesi, 1766, LEI; 1793, L'arte di far cucina e di buon gusto, Iacolare 2024; 1814, mil., F. Cherubini, Vocabolario, Iacolare 2024; 1815, piem., C. Zalli, Disionari, LEI; 1830, piem. Vocabolario, M. Monza, LEI; 1859, piem., V. Di Sant'Albino, Gran dizionario, LEI); boudin (1814, piem., L. Capello, Dictionnaire).
0.7 Prestito moderno dal fr. boudin 'sanguinaccio' (attestato tra 1268-1271: TLFi, s.v. boudin; cfr. LEI 6,1598).
0.8 La documentazione esibisce vari tipi di adattamento del prestito (il cui etimo remoto è da rintracciare in una base onomatopeica *bod- designante oggetti gonfi e sporgenti: FEW 1,423a): alcune sembrano configurarsi come dei tentativi di restituire graficamente l'effettiva pronuncia del tipo in francese (boden, budin, butin), altre invece mostrano l'implementazione di un morfema desinenziale compatibile con l'italiano (bodeno, bodino, budino; la forma con -e- sembra compatibile con quanto appena osservato). Il LEI (1,598) documenta una notevole diffusione areale del tipo con questo valore in area settentrionale anche per il XX secolo (nel campo 0.6 si fornisce qui esclusivamente la documentazione esterna più antica).
Per quanto riguarda il sign. 1, si segnala che l'occorrenza in Scappi è isolata sia nella stessa Opera sia nel quadro della produzione letteraria d’ambito gastronomico cinque- e secentesca , il che pare la configuri come una occasionale traduzione d'autore. Rispetto al sign. 2, si può aggiungere alla documentazione che la loc. bodin blanc 'insaccato in budello naturale a base di latte' occorresse, come parziale adattamento del fr. boudin blanc, già nella princeps del Cuoco reale e cittadino del 1724, traduzione di Massialot 1691 (mentre boudin noir fu tradotto soltanto come sanguinaccio nero: il sintagma budino nero 'insaccato in budello naturale a base di sangue' occorrerà soltanto a partire dall'Apicio moderno del 1790). Il sign. 3, infine, permette di collocare già all'inizio del XVIII secolo la pratica di usare il sangue di maiale per realizzare dei dolci (pratica della quale una ricca testimonianza è ancora viva in area meridionale: D’Ascoli 1993, s.v. sanguinàccio; DAM, s.v. sangunaccə). Per la storia del tipo e l'interferenza con l'ingl. pudding cfr. Iacolare 2024.
0.9 Categorie
0.10.1 budino_2 (s.m.) , pudding (s.m.) , pudino (s.m.) ,
0.11 LEI; DEI 626; DELIN 257; Nocentini; GDLI s.v. budino; DM 1; GRADIT; Zingarelli 2023; FEW 1,420; Iacolare 2024.
Autore della scheda: Salvatore Iacolare
Pubblicata il: 31/05/2024
Condizioni accesso: Open Access
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Doi: 10.35948/ATLITEG/vocabolario/142