bignè s.m. Completa da revisionare

0.1

  1. pasta fritta lievitata, rigonfia e spesso farcita (anche con uso agg. nella loc. pasta bignè 'id.')
  2. nella loc. agg. in bignè: che è impastellato e poi fritto
  3. nella loc. agg. alla bignè: id. (anche nelle forme a bignè, al bignè)
  4. pasta cotta al forno, tonda o a forma di ciambella

0.2

  1. begnette -
  2. beignets -
  3. beignettes -
  4. bignè -
  5. bigné -

0.3

a bigné - Milano 1853
al bigné - Milano 1853
alla bignè - Napoli 1820
beignets à la Monsieur - Genova 1893
beignets di marmellata - Torino 1899
bignè al vento - Napoli 1820
bignè all’acqua - Roma 1807-1808; Roma 1814
bignè all’amarene - Napoli 1820
bignè all’inglese - Roma 1814
bignè all’innumerabile - Napoli 1820
bignè all’ostia - Roma 1814
bignè alla calabrese - Roma 1814
bignè alla Chantillì - Roma 1814
bignè alla cioccolata - Napoli 1852
bignè alla crema - Roma 1807-1808; Roma 1814; Napoli 1820; Napoli 1852
bignè alla maiorchina, bignè alla maiorchino - Roma 1807-1808
bignè alla Mariè - Roma 1807-1808
bignè alla Nonette - Roma 1807-1808
bignè alla perla - Roma 1807-1808
bignè alla polenta - Napoli 1852
bignè alla Pompadura - Roma 1807-1808
bignè alla priora - Roma 1814
bignè alla reale - Roma 1814
bignè alla salvia - Napoli 1820
bignè alla Tolosa - Roma 1814
bignè alla Vincenzina - Napoli 1820
bignè di bianco mangiare - Roma 1807-1808
bignè di mela - Roma 1807-1808
bigné di pasta reale - Milano 1853
bignè di riso - Roma 1814; Napoli 1820
bignè glassati - Roma 1807-1808
bignè leggiere - Roma 1814
bignè mignoni - Roma 1807-1808
bignè semplice - Napoli 1820
bignè seringate - Roma 1807-1808
bignè sufflè - Roma 1807-1808
in bigné - Roma 1814
in bignè - Roma 1807-1808; Roma 1814; Napoli 1820
pasta bigné - Milano 1853
pasta bignè – Como 1826 

0.4 begnette (?), *beignet (Cuoco Piemontese, 1766; Torino).

0.5

  1. pasta fritta lievitata, rigonfia e spesso farcita (anche con uso agg. nella loc. pasta bignè 'id.')
    1. Cuoco piemontese (1766, Torino) = Capitolo XVI . Delle Fritelle, o Begnette. (36)
    2. Cuoco piemontese (1766, Torino) = CAPITOLO XVI DELLE FRITELLE, O BEIGNETS Fritelle di crema. Prendete un pugno di farina che stemprarete con tre uovi intieri, e sei rossi, quattro marzapani infranti, un poco di fior di cedro confettato, altrettanto di citrone confetto, e trito, un quartino di fior di latte, altrettanto di latte, ed alquanto di zuccaro; fate cuocere il tutto al fuoco per un quarto d’ora, tanto che la crema divenghi ben spessa; mettete a raffreddare, versandola sopra un piatto infarinato, mettendovi anche sopra della farina dopo averla distesa della spessezza d’un pollice: quando essa è fredda tagliatela in piccoli pezzi per renderli rotondi nelle mani con farina; fateli friggere con frittura ben calda, ed inzuccherateli sopra, e serviteli. (345)
    3. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = [m.] bignè Mignoni all’Ostia. Antremè = Tagliate delle rotelle di ostia bianca grandi come mezzi scudi, ponete sopra ad ogni rotella e nel mezzo un pochino di marmellata, o gelatina di frutta, bagnate i bordi con un pochino d’acqua fresca, coprite con un’altra rotella, saldate bene all’intorno. Nel momento di servire intingetele in una pastella da frittura. Vedetela alla pag. 21. Tom. I., ma senza pepe, o friggetele nell’olio, o strutto di bel colore d’oro, e servitele ben calde, spolverizzate di zucchero fino. (VI.257)
    4. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = [m.] bignè all’Acqua. Antremè = Fate bollire un bicchiere d’acqua con un pezzo di butirro grosso come un uovo, poco sale, ed una scorzetta di limone; dopo pochi bolli, levate il limone, metteteci della farina quanta ne può bere l’acqua, movete con una cucchiaia sopra il fuoco, e formatene una pasta maneggievole, e ben cotta [...]. Quando sarà fatta ponetela sopra un coperchio di cazzarola, stendetela alla grossezza di un dito. Abbiate la padella al fuoco con strutto non molto caldo, fateci cadere i bignè col manico di una cucchiaia, fateli cuocere dolcemente di bel colore, e serviteli subito spolverizzati di zucchero, o zucchero e cannella fina. (IV.238)
    5. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = [f.] bignè all’acqua. Antremè. Fate bollire dell’acqua con un pezzo di butirro, ed un poco di sale; indi metteteci della farina, per quanto basti a fare una pasta maneggievole, fatela cuocere finché si staccherà dalla cazzarola, e fatela raffreddare. Ponete la detta pasta nel mortaio, e per ogni libra di farina uniteci otto uovi, stendete questa pasta sopra un coperchio di cazzarola, e quindi gettate le bignè nella padella con il manico di una cucchiaia di ferro, osservando però che lo strutto non sia tanto caldo; fatele friggere di bel colore, e servitele spolverizzate di zucchero bianco. (154)
    6. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = [f.] bignè leggiere. Antremè. Queste bignè si fanno con una pasta fatta come le bignè all’acqua, e solo variano, che invece dei rossi d’uovi, vi si mettono tutti bianchi sbattuti in fiocca, ed un poco di zucchero nella pasta; si friggono, e si servono spolverizzate di zucchero. (155)
    7. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = [f.] Si fanno delle eccellenti bignè con alcuni frutti votati, sciroppati, e ripieni di crema, o di marmellata; indi fritti con la pastella, e serviti con zucchero sopra. (157)
    8. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = bignè semplice. — Si faccia bollire nel brodo chiaro, ben sgrassato, una corteccia di limone, un stecco di cannella ed un poco di sugna; presto che avrà gusto il brodo, togliendo la cannella ed il limone, vi si metterà il fior di farina, dimenandolo sempre, e quando sarà giunto alla cottura, che si distacca dalla cassarola, si metterà in una tortiera a freddare; poi si maneggerà ben bene, mettendoci da tanto in tanto un giallo di uovo e qualche chiara. Fatta morbida questa pasta, si friggerà in bocconi o pure passata per siringa, avvertendo di non far troppo riscaldare lo strutto ed in ogni fritta accrescerci un poco di sugna fresca e di dimenare la padella mentre friggesi. Fritta, si servirà polverata di zucchero. (137)
    9. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = Anche piacciono, e variano le paste bignè, ossieno in frittura; [...] (132)
    10. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = [m.] Di riso si possono fare altri bignè senza pasta, siccome di altre pastette. (139)
    11. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = Con esse mela, cotte in giulebbe, se ne fa Torta; marinate con zucchero e spirito di vino se ne fanno bignè nella pastetta; tagliati a fette si servono in frittura; cotte al forno si servono con zucchero e con il loro sugo se ne possono fare sapori. (184)
    12. Il cuoco senza pretese (1826, 2ª ed., Como) = Pasta bignè. Butiro once due con un mezzo di latte: fatelo bollire insieme, e quando bolle fate una pasta durissima con farina di frumento, ed un poco di zuccaro. Dopo levatela dal fuoco, e lasciatela intiepidire. Poi pistatela al mortaro con due rossi d’ovo, ed altri quattro intieri, ed un poco di cannella in polvere. La metterete in seguito in sito caldo per tre ore almeno, perché riesca più ben levata; quindi si frigga in piccoli pezzi, o passata per isciringa al butiro cotto, od olio, od allo strutto. (I.54)
    13. La cuciniera moderna (1845, Siena) = bignè DI PATATE Lessate una libbra di patate sbucciatele e pestatele nel mortaio unitamente a poca scorza di limone poco sale, e once una e mezzo burro, con più quattro o cinque tuorli d'uovo, che regolerete a seconda della quantità delle patate, quando saranno ridotte allo stato d'unguento, unitevi la metà delle chiare dell'uova impiegate, montatele, ed unitele a poco alla volta alla composizione, e quando la padella sarà a bollore gettatevi a guisa di frittelle la composizione, e quando saranno fritte servitele in un piatto spolverizzate di zucchero. (148)
    14. Cucina teorico-pratica (1852, 7ª ed., Napoli) = bignè alla crema. Porrai in una casseruola mezza caraffa di fior di latte, un pochino di sale, due once di zucchero, un pezzo di butiro grosso come un ovo, ci porrai tanto fior di farina per quanto ne può bere il latte; farai disseccare sopra il foco movendola con cucchiaio di legno, che venga come una pasta reale, la toglierai dal foco, facendola alquanto raffreddare, ci porrai due ovi interi bene battuti e mescolerai; porrai la pasta sulla tavola di marmo, la levigherai col laganatoio, la taglierai a mostaccioletti, li friggerai e li servirai glassati di zucchero con la pala rovente. (412)
    15. Cucina teorico-pratica (1852, 7ª ed., Napoli) = bignè di mela in sortù. Scorzerai una dozzina di mature e pronte mela, le vuoterai con un cannello di latta senza romperle; le farai marinare per quattro o cinque ore, o nel rum o nello spirito di vino, con zucchero fino, una scorzetta di limone ed acqua di fior d’arancio; le sgocciolerai, le farinerai e le friggerai di bel colore; le porrai nel piatto proprio glassandole di zucchero con la pala rovente. (413)
    16. Nuovo cuoco milanese economico (1853, 3ª ed., Milano) = Bigné di riso all’Italiana. 57. Fate cuocere circa un quartino di riso in un boccale di latte, poco sale, poco zucchero fino, poca scorza di limone tridata: cotto bene, aggiungetevi due once di farina bianca, tre rossi d’uova e due bianchi montati. Pelate due peri spadoni o altro frutto di buona qualità, tagliateli a fettine minute, mischiateli assieme al riso, poi formate delle ballette grosse come la noce moscata, infarinatele e fatele friggere all’olio o al grasso bianco, serviteli sopra una salvietta spolverizzandoli di zucchero. (300)
    17. Nuovo cuoco milanese economico (1853, 3ª ed., Milano) = [...] presi che abbiano un bel colore e croccanti, spolverizzateli di zucchero, montateli sulla salvietta e serviteli ben caldi, e potrete anche servirvene per bigné che sono d’una grande economia sì per la spesa che per la fatica. (361)
    18. Nuovo cuoco milanese economico (1853, 3ª ed., Milano) = Pasta bigné leggera anche per zuppa. (301)
    19. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Beignets alla crema. 478. Prendete della crema e del latte in parli uguali, uniteli insieme, e, mediante cottura, riduceteli fino a metà, infittendovi un po’ di sale e la scorza verde tritata di mezzo limone. Aggiungetevi della farina tanta da farne una pasti densa. Versatela, perduto che abbia il gusto della farina, sopra un piatto unto si che vi si distenda e, raffreddata che sia, tagliatela in tanti pezzetti e fatela friggere o nel butirro o nell’olio sopraffino. Aspergetela di zucchero e servite. (261)
    20. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Beignets à la Monsieur. 479. Prendete 24 ostie da speziale, bagnatele prestamente ad una ad una nell’acqua, e tosto bagnate distendetele sopra del pane finamente grattugiato. Adagiate nel loro centro la grossezza di una nocciuola di marmellata qualunque di frutti (V. n. 442), coprite ciascuna ostia con altra ostia, comprimete all’orlo, involgetele nell’uovo sbattuto e poscia nel pane grattugiato e friggetele per cinque minuti in olio fino e abbondante. (261)
    21. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Potete anche servirvi di un’ostia sola per ogni beignets, piegandola sopra sé stessa dopo avervi messo la marmellata. (261)
    22. Il piccolo Vialardi (1899, Torino) = [m.] Scegliete uno dei suddetti preparati per i croccanti (Vedi sopra N. 51), od una crema pasticciera un po’ spessa, o come sopra per i beignets di semola [...] (262)
    23. Il piccolo Vialardi (1899, Torino) = Beignettes (frittelle di semola con crema al limone). (11)
    24. Il piccolo Vialardi (1899, Torino) = Beignets (fritelle) di mele, pere, pesche. — Avrete 6 ettogrammi di mele renette ben mature o pere o pesche; pelatele, tagliatele, se mele in tre fette per traverso, se pere o pesche in due; nette dai semi e parti dure, mettetele in una terrina con un po’ di zucchero, cannella, 4 cucchiai di rhum e lasciatele per 2 ore. Mescolate quindi in un tegame 2 ettogrammi di farina bianca di semola, un po’ di sale e di cannella pesta, 60 grammi d’olio fino, il sugo di 2 limoni, un uovo intero, un quinto d’acqua più o meno, affine di formare una pasta molle, colante; ben sbattuta liscia, unitele 2 bianchi d’uova sbattuti in neve. Immergete in essa pasta i pezzi delle pere, o mele, o pesche, uno per volta e fate che sieno ben lavati e poneteli in padella in cui avrete del grasso bollente sul fuoco e friggeteli adagio come si è detto sopra N. 88 e serviteli caldi, croccanti, inzuccherati. (261)
  2. nella loc. agg. in bignè: che è impastellato e poi fritto
    1. Cuoco piemontese (1766, Torino) = Piccioni "in beignets". Prendetene di quei che siano già stati serviti, tagliateli per metà, e fateli condire, indi raffreddati immergeteli in una pasta fatta con farina, vin bianco, un cucchiaio d’olio, e sale; fateli friggere, e serviteli guerniti di prezzemolo fritto. (223)
    2. Cuoco piemontese (1766, Torino) = Mollua "in beignets". Prendete una mollua cotta nell’acqua, e bene asciutta, tagliatela in pezzi che immergerete in una pasta fatta con farina, vino, olio, e poco sale, e farete friggere, servendo con del prezzemolo fritto. (258)
    3. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = escaloppe di Mongana in bignè. [...] Dopo due ore di marinada asciugatele, infarinatele, indoratele con uovo sbattuto, e fatele friggere di bel colore. Potete anche intingerle in una pastella da frittura, ovvero indorarle e panarle con mollica di pane grattata, friggerle egualmente, e servirle con petrosemolo fritto intorno. (I.211)
    4. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = Frittatine in bignè. Antremè. Riempite le frittatine di una crema, o di una marmellata, o di ricotta, o capo di latte condito con zucchero, uovi, e un odore; involtatele, tagliatele in mostaccioletti, e friggetele appannate, ovvero infarinate, e dorate, o meglio intinte nella pastella, e poscia servitele con zucchero fino sopra. (205)
    5. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = [...] uno di rissole alla farsa, uno di rulladine di merluzzi ripieni, e fritti in bignè. (329)
    6. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = [Uova] In bignè alla salvia. — Si faccia una frittatina con uova, parmeggiano, salvia trita e poco zucchero, quale freddata si tagli in bocconi, che, vestiti di pastetta, composta di fiore, latte ed uova, si friggeranno e si serviranno con salvia fritta. (116)
  3. nella loc. agg. alla bignè: id. (anche nelle forme a bignè, al bignè)
    1. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = [Spinaci] Alla bignè. — Li Spinaci soffritti in butirro, conditi di spezie e tritulati, si postano con parmegiano grattato e poi ligati con gialli di uova e panna di latte, se ne formano bocconi, i quali si faranno friggere con poco butirro, e caldi si serviranno sopra crostini di pane. (160)
    2. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = [Sparagi] Alla bignè. — Bianchiti i Sparagi, asciugati e conditi con sugo di limone, sale e pepe, si tagliano in pezzetti, quali, involti nella pastetta, si friggono con grasso a piccoli bocconi e servonsi caldi come sono o pure con glassa di zucchero. (172)
    3. Nuovo cuoco milanese economico (1853, 3ª ed., Milano) = Frittura di Cocumeri a bigné. 88. Prendete dei cocumeri di una eguale grossezza [...] e, lasciati raffreddare, tagliateli a fette della grossezza di un mezzo dito, involgeteli in una pastina come al cap. 2 n. 2 alla milanese e fatelo friggere a grasso bollente e servitelo sopra una salvietta. (50)
    4. Nuovo cuoco milanese economico (1853, 3ª ed., Milano) = Si possono prendere i peri, prugne, mognaghe, persici e marene insiroppati, ed anche questi frutti in spirito dolcificati con siroppo levandogli il suo osso ed asciugati con salvietta e farli a bigné. Fate una pastina di latte (capitolo 2 n. 5), involgete i frutti in questa pastina e fateli friggere alla grassa o all’olio o a metà olio e metà butirro; cotti, spolverizzateli di zucchero e serviteli montati sopra una salvietta. (325)
    5. Nuovo cuoco milanese economico (1853, 3ª ed., Milano) = Piccioni al Bigné. 69. Tagliate a piccoli pezzi due piccioni, fateli cuocere in una sostanza al dolce fuoco, lasciateli venir freddi nella sua cottura, apparecchiate due chiari in fiocca unendovi i suoi rossi e mezzo pugno di farina bianca mescolato insieme; levate dal fondo i pezzi dei piccioni, impanateli ed inviluppateli nella pastina, fateli friggere nella grassa bollente, che siano di bel colore; montateli sul piatto, metteteli sotto una salsa di sostanza, o salsa reale o alla peverada (veg. il cap. 19), e serviteli. (90)
    6. Nuovo cuoco milanese economico (1853, 3ª ed., Milano) = Portogalli al Bigné. 121. Fate cuocere al siroppo di zucchero e poco rosolio dei portogalli pelati e fesati; cotti, lasciateli raffreddare ed asciugateli, abbiate pronta una pastina di latte ( capitolo 2 n. 5), involgete in detta pastina una fesa per volta e fateli friggere alla grassa bollente o all’olio, montateli sopra d’una salvietta spolverizzati di zucchero fino e serviteli. (325)
  4. pasta cotta al forno, tonda o a forma di ciambella
    1. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = [m.] bignè Glassati. Antremè = Abbiate della pasta di bignè all’acqua, vedetela pag. 238, formatene delle picciole ciambellette, o pallottine colle mani pulite, e unte di strutto, e fatele cuocere al forno di bel colore. Ponete dello sciroppo carico di zucchero in una cazzarola , fatelo bollire, metteteci dentro le ciambellette, movete sopra il fuoco con una cucchiaia di legno, finché verranno tutte glassate, e servitele fredde. Potete anche glassarle colla cioccolata, che potete aggiungere nello sciroppo, o un pochino di amarante. (IV. 312)
    2. Nuovo cuoco milanese economico (1853, 3ª ed., Milano) = Bodeno di pasta bigné. 62. c) Prendete quattro cucchiali di farina di semola, poco sale e zucchero, una scorza di mezzo limone, un boccale di latte, scioglietelo a poco a poco e poi tiratelo al fornello sempre mischiando; e cotta, ritiratela del fornello. E quando sarà quasi fredda si unisce quattro rossi e li chiari montati alla fiocca si metteranno in un piatto o d’argento o di rame, si farà cuocere al forno temperato o al testo, con fuoco sotto e sopra, e servitelo spolverizzato di zucchero passato fino. (302)

0.6 bignè (1747, S. Maffei, Raguet, LEI, DELIN, Zingarelli 2023; 1773, V. Corrado, Cuoco galante, Thomassen 1997: 76; 1890, C. Arlìa, Corrotta italianità: GDLI; DISC; GRADIT).
beignet (1891, P. Artusi, La scienza in cucina, ArchiDATA, GRADIT), bigné (1923-1939, V. Ojetti, Cose viste, GDLI).

0.7 Dal fr. beignet 'pietanza impastellata e fritta' (LEI, 8,170), attestato già nel 1314 (nella forma bignet: TLFi, s.v. beignet). 

0.8 L'etimo remoto sarà il prelat. *buni̯- ‘di forma gonfiata o cava’ (LEI 8,169). Per quanto riguarda la locuzione alla bignè (e le sue varie forme), non si rinviene documentazione di un sintagma fr. *à la beignet tra XVIII e XIX secolo, per cui andrà esclusa l'ipotesi del calco. Il tipo presenta diverse oscillazioni nelle sue attestazioni. Innanzitutto di genere: non sembra infatti possibile individuare nel periodo in questione un genere portante (si noti che Leonardi e Agnoletti, entrambi romani e pressappoco nello stesso periodo, usano il tipo con generi diversi); si lemmatizza pertanto secondo il genere grammaticale corrente. E poi formali, con i diversi gradi di adattamento del prestito esibiti dalla documentazione. Relativamente alle forme concorrenziali bignè e bigné, oggi parimenti documentate nel panorama italoromanzo (LEI 8,169), la prassi tipografica dei secoli XVIII e XIX rende prudente immaginare che il quadro della distribuzione delle forme non rispecchiasse in maniera affidabile il reale timbro della vocale finale del tipo. Per quanto riguarda invece la forma begnette, hapax attestato nella princeps del Cuoco piemontese, si rileva che l'editore moderno Serventi ha ritenuto opportuno correggere la lezione in beignets, forma morfologicamente vicina all'etimo francese e attestata anche in contesto letterario nel XX secolo (Valenti 2005: 70); data anche la dittologia con fritelle nell'indice del testo (sign. 1, es. 1), la correzione non sembra tuttavia necessaria, resistendo l'ipotesi di un tentativo di adattamento del prestito al sistema fonomorfologico dell'italiano: pertanto la forma è stata mantenuta tra la documentazione. 
Sul piano dei repertori lessicografici, nel GRADIT (s.v. beignet) e nel DELIN (s.v. bignè) sussiste secondo Ludovica Maconi (ArchiDATA, s.v. beignet) una «discordanza tra la definizione del lemma ('pasticcino tondo, cotto in forno e ripieno di crema') e l’esempio usato per la datazione [1747] della parola». L'attestazione nel Raguet di Scipione Maffei, proposta da entrambi i dizionari, designerebbe infatti un bignè 'pasta fritta lievitata e gonfia, spesso farcita; frittella' (cfr. anche Frosini 2009: 324), mentre bignè 'pasticcino tondo, cotto in forno e ripieno di crema, dolce o salata' non sarebbe attestato che dal 1891 in Artusi (nella forma beignet: ArchiDATA, l.c.). Muovendo dalla nostra documentazione (sign. 4) si apprende che l'associazione tra il tipo lessicale e la prassi della cottura al forno vigeva già nel 1790, data della prima edizione dell'Apicio moderno (Leonardi 1790, IV p. 288). 
Il tipo è infine molto produttivo nella formazione di sintagmi; se ne distinguono principalmente di due tipi (nel campo 0.3 una selezione necessariamente ristretta): quello bignè di + X, nel quale X rappresenta la pietanza principale della preparazione, e quello bignè alla + X, talvolta caratterizzato da motivazione analoga ma non sempre trasparente (sulla produttività e sulla variabilità del sintagma alla + X nella lingua del cibo si vedano d'altronde Fusco 1995 e Thomassen 1998). 
Si segnala a parte la presenza nel corpus del sintagma minestra bignè in Odescalchi 1826 (I, p. 8), utilizzato come titolo di una ricetta che richiedeva la cottura in brodo di un impasto rappreso e tagliato in pezzi. Il contesto è assente dalla documentazione per la sua opacità, ma si dovrà probabilmente pensare a un'ellissi preposizionale a partire da un sintagma come minestra di bignè, motivabile a partire da un accostamento tra la forma dei bignè propriamente detti e quella dei pezzi di impasto ottenuti tramite taglio (l'ipotesi appare più economica rispetto a quella che vorrebbe un valore aggettivale del tipo o un composto nome + nome, non documentato in sintagmi con minestra come testa).

0.9 Categorie

0.10.1

0.11 LEI, DEI 517, DELIN 214, GDLIDISC, GRADIT, Zingarelli 2023, ArchiData, Dardi 1992, Frosini 2009, Fusco 1995, Thomassen 1997, Thomassen 1998, Valenti 2005.


Autore della scheda: Salvatore Iacolare

Pubblicata il: 31/05/2024

Condizioni accesso: Open Access

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Copyright: AtLiTeG

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