ciambella s.f. Completa da revisionare

0.1

  1. dolce rotondo con un buco nel mezzo, realizzato con farina, uova, zucchero e burro
  2. in paragoni, forma circolare con buco al centro data a preparazioni alimentari sia dolci che salate

0.2

  1. ciambella -
  2. ciambelle -

0.3

  1. ciambelletta -
  2. ciambellette -
  3. ciambelline -
  4. ciambellone -
  5. ciambelloni -
  6. ciambellotta -
a ciambella - Genova 1893 
ciambella papalina - Roma 1609 
ciambelle papaline - Roma 1609
ciambelle ripiene - Roma 1570
ciambelle schiacciate - Roma 1814
ciambellette di monache - Roma 1570
ciambellette ripiene - Mantova 1662
ciambelline di monache - Roma 1609
ciambelline ripiene - Mantova 1662
ciambellotta tonda - Roma 1570

0.4 ciambelle (Singolar dottrina, 1560; Firenze)

0.5

  1. dolce rotondo con un buco nel mezzo, realizzato con farina, uova, zucchero e burro
    1. Singolar dottrina (1560, Firenze) = A far ciambelle, e biscottini. Cap. CXIIII. Abbiate tre libre di amandole, tre di zuccaro ben piste, e incorporate inteme, ne farete ciambelle o biscotti, come vi parerà, aver tendo però, che alle ciambelle bisogna il naspro di sopra, il quale si fa a un altro modo come segue. (191v)
    2. Opera (1570, Roma) = Per fare ciambelle ripiene. Cap. CL. Piglisi una libra di cascio bazzotto grasso, cioè di vacca, senza sale, e una libra di cascio parmigiano grattato, oncie sei d'uva passa ben netta, un'oncia di cannella, quattro oncie di zuccaro, tre oncie di butiro fresco, dodici ova fresche, e un poco di zafferano, e d'ogni cosa faccisi una compositione. Poi impastinsi libre tre di fior di farina, con dieci oncie di latte di capra tiepido, e quattro oncie di mollica di pane imbeverata in esso latte, sei rossi d'ova, quattro oncie di butiro, e sale a bastanza, e ben menata che sarà la pasta, giungendoli nel menarla altre quattro oncie di butiro in più volte compartiscasi in bocconcini di due oncie l'uno, e con il bastone spian sino di modo che venghino tondi, lasciandoli la grossezza del sfoglio della torta; [...] (372r)
    3. Opera (1570, Roma) = Per fare ciambelloni con ova, e latte. Cap. CXLVIII. Impastinsi libre tre di fior di farina con otto ova fresche sbattute, et sei oncie di zuccaro, e tre oncie d'acqua rosa, e il restante latte di capra tiepido con un poco di sale, facciasi la pasta, che non sia troppo soda, ma sia ben menata, e faccinsi i ciambelloni di quattro oncie l'uno, e ponghisino in una caldara d'acqua che bolla, e lascisino stare fino a tanto che venghino a galla, poi cavisino, e lascisino raffreddare, e asciugare, e faccisino cuocere in forno su la carta, o sul suolo che sia ben netto, e cotte che saranno, servisino calde, e fredde a beneplacito; si può mettere con esso finocchio dolce secco, o anici. (371v)
    4. Opera (1570, Roma) = Secondo servitio di credenza. Pasticci di cotogne di quattro cotogne l’uno. nu. 5 piatti 5 Torte di fagioli. nu. 5 piatti 5 Pasticci di tartufoli di meza libra per pasticcio. nu. 30 piatti 5 Torte di pere. nu. 5 piatti 5 [...] Ciambellette di monache. nu. 200 piatti 5 [...] (257r)
    5. Libro dello scalco (1609, Roma) = SECONDO SERVITIO DI CREDENZA salviata. Mele appie crude dieci. Cotogni cotti a le brage, cinque, con zuccaro sopra. Castagne rostite. pasticcio di cotogni cinque. Caso parmegiano. Pera fiorentine garofolate cotte co’l zuccaro, dieci. Cardi. Mela rose dieci. Tartufali cotti con oglio, sugo de melangole, e pepe. Piatti doppii Pepe, e sale. Finochio secho. Paste fritte repiene di marzapane. Ciambelline di monache. (22)
    6. Libro dello scalco (1609, Roma) = PRIMO SERVITIO DI CREDENZA ciambella papalina nella posata col pane. [...] (118)
    7. Libro dello scalco (1609, Roma) = PRIMO SERVITIO DI CREDENZA Ciambelle di latte, ova, e zuccaro nella posata col pane. [...] (122)
    8. Lo scalco prattico (1627, Roma) = [...] Capponi coperti di gelatina, in forma d’aquila tempestata di fiori di pignoli, servite con piramidette di bianco magnare bianco intorno; e tra una piramide, e l’altra di pezzetti di corone di pasta di ciambellette, tocchi d’oro, e d’argento. [...] (7)
    9. Lo scalco prattico (1627, Roma) = [...] Ciambelle, cialdoncini, in tazzette, con salviette sotto, una per signore. [...] (65)
    10. Li tre trattati (1629, Padova) = [...] Ciambelle, o ciambelline. Piatti 2 [...] (49)
    11. Li tre trattati (1629, Padova) = [...] Ciambelle, o ciambelline. Piatti 2 [...] (49)
    12. Li tre trattati (1629, Padova) = [...] Si mette in mezzo alla tavola ciambellette, bracciatelli, berlingozzi, confortini, bericuocoli, calicioni, cialdoni, biscottini di Spagna, cantucci di Pisa, nocciuole, vecchioni, ed altre cosette gentili. [...] (8)
    13. L'apicio (1647, Bologna) = [...] Ciambellette, con buttiro, e zucchero ogni cosa freddissima in porcellana, un piatto per signore. (109)
    14. L'arte di ben cucinare (1662, Mantova) = [...] Bozzolani, o ciambellette ripiene. [...] (131)
    15. L'arte di ben cucinare (1662, Mantova) = [...] Fegato, lattante di vitello, vuotato, e poi ripieno, come s’è detto, tramezato con latticini involti in rete, polverizati con polvere di mostaccioli, regalati con fegatelli di capponi, abbeverati nel latte, fritti in butiro, e il piatto ornato con ciambelline ripiene, tramezate con sfogliatelle di pasta sfogliata, con fette di limoni, e naranci spaccati. [...] (98)
    16. Libro di secreti per fare cose dolci (1748, Sicilia) = Specie di ciambellette Prendete un rotolo di zuccaro, lo farete fondere con un poco d’acqua, doppo ci metterete mezzo rotolo d’amandole senza levare la seconda scorza o pelle, le pestarete bene, doppo le metterete dentro al sudetto zuccaro, sempre però girando con spatola, poi giungerete un poco di cannella pestata, un poco di torniatura ben pesta. Quando vi pare indurita detta compositione, mettete mezzo rotolo di farina di Maiorica, poco doppo levatela dal foco sempre remischiando, poi ne farete piccole palle e ci darete una craccata, le metterete al forno sopra le lande. Se volete ci potete dare la aggiazza. (59)
    17. Cuoco piemontese (1766, Torino) = [...] 1. Di ciambelle. [...] (24)
    18. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = Paste Frolle di Mandorle. Antremè = Quando impastate la pasta frolla, mescolateci un terzo di mandorle dolci con alcune di amare, pestate ben fine nel mortaio, e spruzzate con un poco di bianco d’uovo. Potete con questa pasta formare biscottini, ciambellette, serpette, fave ec., e servirla voltata dalla parte di sotto. Potete anche glassare questa pasta come la precedente. (IV.310)
    19. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = Farina de’ Pomi di Terra. Molti Autori hanno scritto sopra questo frutto Americano, e tra le altre cose del modo di estrarne la farina, farne pane ec. Io per non entrare ne’ loro diversi pareri, dirò ciò che l’esperienza mi ha insegnato riguardo lo estrarne la farina per uso soltanto della cucina. Prendete dieci libbre di Pomi di terra, mondateli dalla loro pellicola, tagliateli in fette sottili, e sopra una stoia, o ponieri, fateli seccare al sole, coperti con fogli grandi di carta, o panno lini fini, acciò non scuriscano, movendoli di tempo in tempo. Quando saranno ben secchi, pestateli nel mortaio, passatene la farina ad un setaccio fino, e servitevene in luogo di quella di grano. Se sarà d’Inverno in luogo di farli seccare al sole, fateli seccare ad un forno temperato, collo stesso metodo, ma sopra lastre di rame stagnate. Potete anche fare detta farina in altra maniera, cioè, dopo separati i Pomi di terra dalla sottile corteccia, grattateli con una grattugia sopra un panno lino, e quindi spandeteli al sole, per disseccarli, e separarli affatto dall’umido, con mescolarli, e rivoltarli bene spesso; dopo pestateli nel mortaio, passatene la farina ad un setaccio, e servitevene ai medesimi usi che quella di grano. Se sarà d’Inverno fatele seccare al forno come sopra. Con questa farina potrà farsi tagliolini, Maccaroni, Gnocchi, lasagne, polenta, Creme, Biscotti, Ciambelle, Flappe, ed altra Pasticceria; [...] (VI.316)
    20. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = [Variazioni e usi della pasta frolla.] Nella pasta frolla ancora, vi si possono mescolare dei pistacchi, o nocchie trite assai fine, in circa la quarta parte del quantitativo della pasta. Con la pasta frolla si fanno pasticci di maccaroni, di polenta, di gnocchi, di tortellini ec., pasticcietti, detti tartellette, torte, ciambellette, biscottini, ed altri lavori ancora ripieni di marmellata, o di crema, o di gelatine di frutti, e tutti si possono servire, [...] (206)
    21. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = Collo stesso composto di pane si possono fare delle Ciambelle e dei Biscotti col condimento di butirro ed ova o senza. (189)
    22. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = Otto piccole Entremets quadrate. — 9 Fichi in giulebbe al pan di spagna. 10 marmellata di Mela in Cassettine. 11 Pesche con biscotti alla panna. 12 Prugne con crostini al vino. 13 Popone nel giulebbe al pan di Savoia. 14 Uva alla caramella in Cassettine. 15 Sorbe alla crema con Ciambellette. 16 Cotogna in zucchero con biscotti. (221)
    23. La cuciniera moderna (1845, Siena) = FRITTURA DI CHIFEL E SEMEL Tagliate o gli uni o gli altri dividendoli prima in mezzo e poi riduceteli alla forma di mustaccioli, e poneteli in un bagno di latte con qualche tuorlo d'uovo sbattuto, ed un poco di rosolio per darli grazia, quando saranno inzuppati a sufficienza, scolateli e dorateli in uovo sbattuto e friggeteli per servirli con persemolo fritto. Vi sono ancora delle ciambelle preparate dai fornai, che sono eccellenti fritte collo stesso sistema. (113)
    24. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Ciambelle (Canestrelletti) di pasta di mandorle. 453. Prendete un chilogramma di mandorle, dipellatele e pestatele in mortaio sicché vengano una pasta; prendete poscia 675 grammi di zucchero in polvere e amalgamatelo con questa pasta; aggiungetevi poc’acqua di fior d’arancio, poca farina e formatene le ciambelle; mettetele in forno e quando avranno preso un bel color d’oro, levatele, bagnatele leggermente alla superficie di siroppo e spargetevi sopra semenzina confettata (semensetta). Nota. — Volendone fare una minor quantità, diminuirete le dosi in proporzione. (248)
    25. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Canestrello; Bracciatello, Ciambellone. (302)
    26. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Canestrelletto; ciambella. (302)
    27. Il piccolo Vialardi (1899, Torino) = ciambella, pasta frolla, tagliata a forma d’un C od anello. (311)
  2. in paragoni, forma circolare con buco al centro data a preparazioni alimentari sia dolci che salate
    1. Singolar dottrina (1560, Firenze) = A far ruffioli di pasta. Cap. XCII. Di ogni uovo, sbattuto il bianco e il rosso, si han da mettere tre oncie di zuccaro, poi piglisi della farina quanto ne piglia l'uova e facciasene pasta tenerella, acciò si possa lavorare, e farne come ciambellette piccioline attaccandole insieme, bagnandole con l'acqua da quel canto che si vorranno attaccare insieme, e se ne fanno a varii modo di fantasia. Vanno cotti come i zuccherini. (185r)
    2. Singolar dottrina (1560, Firenze) = A far Grafioli in altro modo. Cap. CXI. Pigliate diece uove, ponetele con due oncie di acqua rosa, sbattendole tanto che sieno come acqua, poi pigliate tre libre di zuccaro ben pisto, incorporate ogni cosa insieme con tanta farina che basti a far le forme, come ciambelle, gli cocerete a fuoco lento. (191r)
    3. Opera (1570, Roma) = Per fare berlingozzi alla senese. Cap. CXLVII. Impastinsi libre tre di fior di farina, con sedici ova ben battute, e un poco di sale, facendo di modo che la pasta sia più presto tenera che soda, poi d'essa pasta faccisene una ciambellotta tonda; bagninsi amendue le pizze di chiare d'ova battute, accioché s'attacchino insieme, infarinisi la pala del forno, e pongasi sopra la ciambellotta, e taglisi in tre luoghi, e diasegli il colore con ove battute, e subito si spolverizzi di zuccaro, e ponghisino al forno che sia ben netto, e alquanto caldetto, e come si comincia ad alzare, e pigliare il colore, pongasi sopra un sfoglio di carta, e cotta che sarà servasi calda, perché quando è fredda non è così buona, e non è così ghiaccente, et saporita. (371v)
    4. Opera (1570, Roma) = Per cuocere lampredozze su la graticola. Cap. XCIII. Piglinosi le lampredozze, e faccianosi morire in vin bianco dolce, et cavate dal vino, levisi loro quella viscosità con acqua tepida, e lavinosi, e lavate che faranno, cavisi loro il sangue, il qual si ricolga, e conservisi mescolato insieme con sugo di melangole, accioché non si quagli, e pongasi la lampreda per un quarto d'hora in un vaso, nel qual sia oglio, pepe, sale, e un poco d'agresto chiaro, overo aceto, e ciascuna d'esse lamprede si accommodi come una ciambelletta, e dapoi si cavino dal vaso, e ponganosi su la graticola, e faccianosi cuocere rivoltandole, e bagnandole della sopradetta compositione, e quando saranno cotte, servanosi calde con sapore, fatto della detta materia, nella quale sono state in molle, e con il suo sangue conservato con sugo di melangole, zuccaro, e cannella, il qual sapore habbia un poco di corpo, e dell'amabile. Et il corpo si potrà fare con uva passa passata. Si possono ancho cuocere nello spedo dapoi che saranno ridotte del detto modo in ciambelle, e con un sprocco di ferro sottile, sproccate, e leghisi poi lo sprocco con le lamprede sopra un spedo grossetto, e faccianosi cuocere come le lamprede grosse, e servanosi con il medesimo sapor sopra. (123v)
    5. Il cuoco reale e cittadino (1791, Bologna) = Esciodè, modo di farle. Prendete libre una fior di farina, con oncie quattro buttiro fresco, con un poco di sale trito, ed impastate tutto con sei ova fresche, con rosso e chiara, che dovranno esser sufficienti per far una pasta tenera senz’acqua ma maneggiabile. Si maneggi ben bene questa pasta, e se s’andasse attaccando alle mani o al tavoliere nel maneggiarla, si vada distaccando spolverizzandoci altro fior di farina. Dopo essersi ben maneggiata, si batta ben bene colla vostra cannella, e riunita la pasta in forma di pan tondo, si lasci riposare per lo spazio d’un’ora. Dipoi si tagli in fette la vostra pasta e si vada rotolando con ambe le mani tanto che la riduciate alla grossezza d’un dito. Quando avrete ciò fatto unite ambe l’estremità, dopo averla fatta in tondo a similitudine di ciambella, o di bracciatella (come dicono i lombardi) a quella grandezza che vorrete, e ponetele in una caldarina d’acqua che bolla, che avrete a ciò preparata dopo averla intaccata sopra con le forbici. Lasciate bollire le vostre esciodè circa mezzo quarto d’ora; [...] (326)
    6. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = Le freselle sono una specie di ciambellette di pane, spaccate, e asciugate al forno ad uso di biscotto; chi non le avesse può addoperare le croste di pane, come quelle della zuppa. (VI.259)
    7. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = Zeppole. Antremè = Fate bollire in una cazzarola, due fogliette d’acqua, con una di vino bianco, una rametta di rosmarino, e sale; dopo pochi minuti levate il rosmarino, e poneteci mezza libbra di semolella, movendo col manico di uno stenderello, e quindi tanta farina, quanto bisogna, onde formare una pasta tenera, e maneggevole, fatela cuocere, e movetela finché non si attaccherà alle dita, osservando che non sia grumelosa; versatela allora sopra la tavola della pasticcieria unta di olio. Quando sarà un poco raffreddata, maneggiatela con una foglietta e mezza d’olio, o due, mettendovelo poco per volta; formatene quindi le Zeppole a guisa di ciambelle, di una discreta grossezza, e che i rotoletti della pasta siano grossi nel mezzo, e per declinazione sottili nelle punte, incrocicchiate queste punte una sopra all’altra. Poco prima di servire fatele friggere poche per volta in una padella grande con molto olio: [...] (VI.253)
    8. L'Apicio Moderno (1808, 2ª ed., Roma) = Filetto di Manzo all’Erbe fine. Antrè = Prendete un filetto di manzo, levategli i nervi, e le pelli, come li precedenti, lardatelo per lungo di grossi lardelli di lardo conditi con erbe fine, e spezie fine, fatelo rinvenire in una cazzarola sopra il fuoco, con un pezzo di butirro, legandolo per le due estremità, acciò formi una specie di ciambella. Quando sarà un poco imbianchito, bagnate con un bicchiere di vino di Sciampagna bollente, o altro vino bianco, altrettanto brodo, sale, e pepe fino, fate cuocere a picciolo fuoco a due terzi della cottura. Quindi passate la salsa, digrassatela, aggiungeteci un poco di culì, un poco di sugo di manzo, petrosemolo, scalogna, prugnoli, una punta d’aglio, cinque foglie di dragoncello, il tutto trito ben fino, metteteci dentro il filetto di manzo, fatelo finire di cuocere, [...] (I.135)
    9. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = Susamielli alla Napoletana. Squagliate due libre di miele dentro una cazzarola, ed uniteci un’ottava di pepe pesto, mezz’oncia di spezie fine, e due libre di farina; formate una pasta maneggievole, e fatela raffreddare. Fateci poscia i susamielli come ciambelle schiacciate, e fatele cuocere al forno di bel colore. Con la pasta de’ pan pepati, senza pignoli, e mandole, potrete ancora fare dei susamielli, che poi li glassarete con un gelo di cioccolata. (230)
    10. La Nuovissima Cucina Economica (1814, Roma) = Piccoli Choux. Antremè. Fate bollire una foglietta di latte, o di acqua con un poco di butirro, e sale; poneteci poi tanta farina quanto per formare una pasta maneggievole, fatela ben cuocere, e quando stacca dalla cazzarola fatela raffreddare; indi ponetevi sei uovi, e maneggiate, o pestate bene la pasta, e formate delle ciambellette, o palle ec. sopra la tiella, fateli cuocere al forno, e serviteli glassati a cazzarola con zucchero cotto a tiraggio. Se con il latte, ο con l’acqua, avrete fatta bollire una zesta di limone, un pizzico di coriandoli, butirro, ed uno stecco di cannella, e dopo passato questo condimento per setaccio, farete la pasta, saranno i choux molto più buoni, e delicati. (223)
    11. Il Cuoco maceratese (1820, 5ª ed. veneta, Macerata) = Pasta alla militare. Ponete mezza libbra di farina nella spianatora con due oncie di butirro, sei rossi di uova e un pizzico di anasi spolverizzati; impastatela o con latte o con acqua e sale; maneggiatela bene, che venga come è una pasta da tagliolini, formateci le ciambelline, e friggetele: queste stesse ciambelline si possono lessare e cuocere al forno; nel mandarle in tavola, spolverizzatele con zucchero ec. (216)
    12. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = Alla Contadina. — Facciasi una pasta con pane e parmegiano grattato un poco di fior di farina, zucchero, cannella e cortecce di portogallo trite, e si dimeni con uova, butirro e poco latte. Indi se ne formino ciambelline, quali infarinate e fritte, si servono con zucchero. (139)
    13. Il Cuoco galante (1820, 6ª ed., Napoli) = Alla Portoghese. — Peste le Uova con pistacchi, cortecce di portogallo candite e marzapane, si condiscono di cannella, s’impastano con uova sbattute e se ne formano ciambellette, le quali dopo infarinate e dorate si friggono e si servono con salsa di Portogallo candito e sugo di limone. (115)
    14. La cuciniera moderna (1845, Siena) = [PREPARAZIONE DELLE GELATINE] Per ristringere sia latte, panna, crema o zabaione, è necessario avere della colla di pesce che sarà in ciambelline, pestatela nel mortaio per ridurla in minuti pezzi; se sarà in stecche rompetela egualmente, e ogni oncia della medesima comporta circa otto once d'acqua, fatela bollire [...] (133)
    15. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Fritelle di mele. 157. Mondate le mele e poscia con un cannoncino di latta togliete loro il torso (rosiggio); tagliatele quindi in tante ciambellette (canestrelletti), ravvolgete nella pasta, la quale formerete con meta vino e metà acqua, e friggetele come sopra. Si servono spolverizzate sopra. Nota. — Colla stessa pasta si faranno pure fritelle di zibibbo; si mondano e si tagliano a fette; al zibibbo si toglie il raspo (rappûsso), si spolverizzano pur esse di zucchero. (107)
    16. La Cuciniera genovese (1893, 8ª ed., Genova) = Pan mâ levôu; pane mal lievitato o mal lievito. [...] — a canestrello; pane a ciambella. (317)

0.6 ciambella (1501, Niccolò Machiavelli, DELIN, GRADIT, Zingarelli 2023; 1529, Francesco Belo, Il pedante, GDLI; XVI sec., Sperone Speroni, DEI, Nocentini, SC; 1667, Lorenzo Magalotti, Saggi di naturali esperienze, Crusca III-IV; av. 1705, Federigo Nomi, Il Catorcio d'Anghiari, Crusca V);
ciambelline (XVI sec. primi decenni, F Libro delle segrete cose delle donne [ed. Firenze, 1863], TLIO, Crusca IV-V, TB); ciambellette (1518-1525, Agnolo Firenzuola, Agnol Firenzuola nell'Asin d'oro d'Apuleio, rifatto da lui in questa lingua, Crusca II-IV, TB, GDLI; av. 1543, Agnolo Firenzuola, Rime, Crusca V); ciambelle (1550, Sperone Speroni, Dialoghi e Orazioni di Messer Sperone degli Speroni, Crusca III-IV, TB; av. 1588, Sperone Speroni, Opere di Sperone Speroni, tratte da' manoscritti originali [ed. Venezia, 1740], Crusca V, GDLI); ciambellino (1726, Antonio Maria Salvini, Annotazioni di Anton Maria Salvini sopra la Tancia di Michelagnolo Buonarruoti il Giovine, Crusca V, TB); ciambelletta (1729-1734, Giovanni Battista Fagiuoli, Rime piacevoli, Crusca V, GDLI); ciambellaia (1729-1734, Giovanni Battista Fagiuoli, Rime piacevoli, Crusca V, TB); ciambellai (1729-1734, Giovanni Battista Fagiuoli, Rime piacevoli, TB); ciambellaio (XVIII sec., DEI); ciambelloni (1922, Ugo Ojetti, Mio figlio ferroviere, GDLI).

0.7 Etimo incerto; vedi infra.

0.8 Secondo il DELIN la voce si sarebbe diffusa a partire dall'Abruzzo (abr. ciambèllë pl. ‘piccole masse di pasta di granturco cotte al forno oppure fritte’, ciambèllë [sinonimo ciambanèllë] f. ‘piccola focaccia di farina di frumento o di granturco cotta sotto la brace’: cfr. DEI ciambella; DAM ciambanèllə2, ciambèllə1), continuando il lat. CЎMBULA(M) 'barchetta' (< gr. kýmbē 'vaso, tazza, coppa' e appunto 'barchetta'), a sua volta diminutivo di CŬMBA o CYMBA ‘barca’. Invece, secondo Nocentini, la voce continuerebbe il lat. volg. *CYMBELLA(M) ‘campanella ad anello’, dim. di CYMBĂLUM ‘cembalo’, secondo una trafila che risulterebbe essere più convincente dal punto di vista della motivazione.

0.9 Categorie

0.10.1 berlingozzo (s.m. ) ,

0.11 Crusche II-V; DEI; DELIN; GDLI; GRADIT; Nocentini; SC; TB; TLIO; Zingarelli 2023; DAM 547-548.


Autore della scheda: Andrea Maggi

Pubblicata il: 31/05/2024

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